Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

il sito web della comunità parrocchiale San Giuseppe di Dalmine

Pubblicato il
20 Aprile 2024
in Storie di fede e Riflessioni

Quel che ci mantiene in vita

Questa è proprio grossa e non l’avevo mai sentita. è un esperimento dell’imperatore Federico II di Svevia. Di lui si dice fosse una persona molto controversa. Per qualcuno era un anticristo per altri era il messia.  Odiava i cristiani e pensava di essere il primo in tutto. Era nato a Jesi che chiamava la mia piccola Betlemme… e quando vide la terra Santa disse: questa è la terra dove scorre latte e miele? Perché non avete mai visto il regno della mia Sicilia. Era uno scienziato che provava in maniera selvaggia a cercare risposte alle sue bizzarre domande.

Per esempio si domandava che lingua parlasse un bambino se non gli venisse insegnata nessuna lingua.

Allora decise di raccogliere un gruppo di bambini appena nati e di affidarli alle cure delle balie alle quali aveva dato il preciso ordine di non rivolgere loro nessuna parola. Quando avrebbero finalmente pronunciato la prima parola in che lingua sarebbe stata?

Il risultato però fu tragico perché i piccoli, chi prima e chi dopo, morirono tutti.

Il latte a quei bambini e le cure necessarie venivano assicurate dalle balie ma l’assenza completa di parole colpì fino alla morte le piccole creature.

Gli esperimenti di Federico II venivano raccontati tra la leggenda e la realtà. Fatto sta che questo esperimento, se fosse veramente accaduto, fa molto pensare.

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Pubblicato il
13 Aprile 2024
in Raccolta fondi e autofinanziamento dell'Oratorio

Il tuo 5×1000 per sostenere l’Oratorio San Giuseppe

E’ possibile sostenere le attività dell’Oratorio e della Parrocchia San Giuseppe anche con la scelta di destinare il 5 per mille dell’IRPEF della propria dichiarazione dei redditi.
La scelta del 5 per mille è un meccanismo uguale a quello dell’8 per mille: le due scelte non sono alternative tra di loro e pertanto possono essere fatte entrambe.

Come funziona?

Per chi è tenuto a presentare il Mod. Unico o Mod. 730:
con la sottoscrizione nell’apposito riquadro ed indicando il codice fiscale dell’A.S. Oratorio San Giuseppe;

Per chi non è tenuto a presentare dichiarazione dei redditi (in quanto possiede solo reddito di lavoro dipendente o di pensione):
può contribuire firmando nell’apposito riquadro inserito nel CUD indicando il codice fiscale dell’A.S. Oratorio San Giuseppe.
Il foglio del modello CUD con la sottoscrizione del 5 per mille va poi spedito o consegnato a un CAF o a un professionista abilitato (commercialista, consulente del lavoro, …)

Per tutti, il codice fiscale da indicare è il seguente: 95201430162

 

 

Pubblicato il
13 Aprile 2024
in Storie di fede e Riflessioni

La legna per far ardere il fuoco

Nella preghiera le distrazioni sono la legna per far ardere il fuoco. Con questa luminosa risposta un monaco indica il modo con cui stare davanti al Signore nella preghiera. Gli era stato chiesto: ma le mie preghiera valgono ugualmente anche se sono colme di distrazioni?

Prima di tutto bisogna riconoscere la natura e i contenuti delle distrazioni. Spesso sotto le distrazioni si nasconde ciò che veramente uno desidera.

Ci sono distrazioni e distrazioni. Posso essere assillato da un problema che costantemente ritorna nella mente, posso essere interiormente richiamato da una situazione da risolvere. Oppure sono semplicemente abitato da stimoli che rivelano la mia superficialità e perciò la mia incapacità di concentrarmi e di restare raccolto per un po’ di tempo.

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Pubblicato il
6 Aprile 2024
in Storie di fede e Riflessioni

Anziani: problema o risorsa?

La nostra Caritas parrocchiale si sta interrogando sul rapporto della comunità con gli anziani. Lo sta facendo con una domanda precisa: gli anziani sono un problema o una risorsa?

Siccome questo è un tema che ci riguarda inevitabilmente tutti o perché  noi stessi siamo anziani o perché abbiamo tutti delle sorelle o dei fratelli da accompagnare, nonni genitori, zii… vorremmo avvicinarci alla presenza di chi è … nato prima di noi con l’atteggiamento della sensibilità e della cura.

Ci facciamo aiutare da un’opera d’arte che proviamo a contemplare a partire da due domande: cosa significa invecchiare bene? Come è possibile stare veramente vicino agli anziani?

L’opera d’arte è un autoritratto di Rembrandt, il pittore più importante dell’Olanda e uno dei più importanti della produzione artistica mondiale. Nasce a Leida nel 1606 e muore ad Amsterdam nel 1669. La sua pittura è fortemente influenzata da Caravaggio per quanto riguarda il gioco della luce e del realismo. Una cosa impressionante che non può non colpire è che l’olandese ha dipinto in quarant’anni di lavoro un centinaio di autoritratti. Perché? Era un narcisista? Uno che voleva autocelebrarsi? No di certo. La risposta sta nel percorso stesso della sua arte. Rembrandt ha vissuto molte difficoltà per problemi legati alla sua famiglia e all’economia. Eppure ha sempre cercato nell’arte una risposta che lo aiutasse a mantenere accesa la speranza. L’ultimo dei suoi autoritratti, quello che ha dipinto pochi mesi prima di morire, intitolato appunto “Autoritratto all’età di 63 anni” è molto rivelativo.  Nonostante l’ultimo periodo della sua vita sia stato reso molto amaro, oltre che per la tarda età, dalla morte della moglie, del figlio e del suo carissimo amico, nella completa solitudine e precarietà egli dipinge un’apertura fiduciosa alla speranza.

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Pubblicato il
30 Marzo 2024
in Storie di fede e Riflessioni

Nascere di nuovo

Autorizzato veramente a parlare della Pasqua è solo chi nella vita ha fatto l’esperienza di una rinascita.

Chi ha ritrovato nuove motivazioni di vita dopo un grave lutto, e le ha ritrovate al di là delle sue forze, in maniera insperata.

Chi ha incontrato il perdono e l’ha ricevuto senza merito, gratuitamente. Ma anche chi il perdono è riuscito a donarlo regalando a qualcuno da cui ha subito un’offesa o un tradimento una nuova possibilità. Chi è riuscito inspiegabilmente a guarire da un vizio che lo rendeva schiavo ed ha sperimentato un leggero ma profondo senso di libertà.

Chi dopo un lungo periodo di aridità spirituale vede riaccendersi il piccolo lume della passione e scorge un po’ di vita dopo il tenebroso tunnel della noia.

Chi trova ciò che aveva perso, chi ottiene una risposta dopo insistite domande, chi vede la porta aprirsi dopo tanto bussare.

Chi dopo una vita di lamenti e di acidità in modo sorprendente vive il suo giorno di meraviglia e si lascia incantare da piccoli o grandi miracoli.

Chi dopo l’inverno della diffidenza e del sospetto su Dio si vede aprire uno spiraglio di fede e crede e si ricrede.

Chi dopo la tristezza che attanaglia il cuore vede rifiorire un po’ di gioia. Chi dopo tanta delusione finalmente si sente un po’ consolato.

Ogni anno celebriamo la Pasqua per dire con tutto noi stessi questa verità: bisogna nascere di nuovo, come sussurrava Gesù a Nicodemo che di notte cercava di consultare il Signore per rubargli i segreto dell’esistenza. La Pasqua è nascere di nuovo, è lasciare che la vita spalanchi il futuro al di là dei segni di morte.

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Pubblicato il
23 Marzo 2024
in Storie di fede e Riflessioni

Guarda come ti voglio bene!

Spesso lo dico per ridere, in realtà ci credo profondamente. Le vacanze di Pasqua, come quelle di Natale, del resto, sono state istituite affinché, come cristiani, potessimo avere il tempo necessario per partecipare alle funzioni religiose in chiesa. Altrimenti perché ci sono le vacanze? Perché i ragazzi sono stanchi? Perché c’è il bel tempo e bisogna andare ai mari o ai monti? Perché bisogna andare a trovare i parenti nei paesi di origine? Certo tutto vero e bello, ma allora perché non scegliere una settimana diversa dalla Settimana Santa? Ormai è sotto gli occhi di tutti che più nessuno partecipa ai riti sacri della Settimana più importante dell’anno per i cristiani. Non mi stupirebbe se, per il rispetto della laicità, come si tolgono i presepi, i crocifissi, i segni della fede cristiana, si arrivasse a togliere anche i giorni delle vacanze di Pasqua. Sarebbe per lo meno una questione di onestà. Allora insorgerebbero i presunti cristiani come paladini di una fede che … non c’è più e insorgerebbero per dire quanto sia importante salvare le tradizioni, riconoscere le radici della nostra identità, confessare i valori e i principi della nostra società, ecc..

Per quanto mi riguarda, e grazie a Dio, riguarda anche il piccolo resto che partecipa con fedeltà e con fede ai Riti Sacri della Pasqua, la Settimana Santa è davvero speciale.

La Chiesa offre ai suoi figli la ricchezza e la bellezza delle liturgie e rinnova l’appello a ripercorrere le ore decisive della vita di Cristo, le ore della sua morte e risurrezione.

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