Parrocchia e Oratorio San Giuseppe, Dalmine (BG)

il sito web della comunità parrocchiale San Giuseppe di Dalmine

Pubblicato il
3 Ottobre 2025
in I grandi eventi, Primo piano, Storie di fede e Riflessioni

Benvenuto don Fabio

Carissimo Don Fabio,
ti diamo il nostro più sincero e caloroso benvenuto nella Comunità Parrocchiale di Dalmine. Siamo felici che tu abbia accettato il nuovo incarico che il Vescovo Francesco ha voluto assegnarti e siamo pronti ad accoglierti nel nome del Signore. Ti offriamo la nostra piena collaborazione ed il supporto in questo cammino comune, affinché possa essere, oltre che impegnativo, anche proficuo. Negli incontri di reciproca conoscenza dei giorni di scorsi, ci hai spesso chiesto di usare pazienza nei tuoi confronti. Allo stesso modo siamo noi a chiederti di essere paziente per quelle volte in cui daremo per scontato che tu sappia già tutto. Guidaci in questo cammino di vita comunitaria che ci attende, nel solco della continuità ma allo stesso tempo con l’impronta che tu vorrai dare, certi che sarà densa di valori e di reciproca soddisfazione. Oggi consegnano a te la nostra comunità che, negli ultimi anni abbiamo vissuto sotto la sapiente ed energica guida di Don Roberto, che non possiamo non ringraziare. Come hai constatato la nostra Parrocchia è molto attiva grazie alla presenza di molteplici gruppi che la animano, dai catechisti agli animatori, al gruppo di preghiera a quello missionario, alla Caritas al gruppo liturgico alla corale al coretto, agli affari economici al movimento delle famiglie al consiglio pastorale, ma soprattutto animata dai tanti volontari. La
Parrocchia di Dalmine centro è particolare, fonda le sue origini nell’anno 1931. Da subito è cresciuta e si è sviluppata in stretta relazione con l’attuale Tenaris Dalmine Spa che, negli anni con i suoi dirigenti e maestranze provenienti anche da tutta l’Italia e dall’estero ha popolato la comunità.
L’allora Dalmine Spa, ne l 1928 ha supportato l’edificazione della Chiesa Parrocchiale con progetto dell’Arch. Greppi e tramite l’impresa Ferretti. Donata alla Diocesi, unitamente alla casa Parrocchiale, il 18 marzo del 1931 viene consacrata dall’allora Vescovo Marelli e affidata a Don Giuseppe Rocchi.
Negli anni a seguire si arricchisce con la casa del curato, il cineteatro, la scuola inter parrocchiale, la casa di accoglienza San Giuseppe e lo spazio chiamato Arca con Don Roberto. Non si può dimenticare il bombardamento dello stabilimento e della città di Dalmine del 6 luglio 1944 che ha profondamente segnato la nostra comunità, la stessa comunità operosa e tenace che si è rigenerata e ricostruita per arrivare sino ad oggi e consegnarsi alla tua sapiente e saggia guida Pastorale. Sotto lo sguardo paterno del nostro Patrono San Giuseppe e le amorevoli attenzioni di Maria ti auguriamo buon lavoro.

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Pubblicato il
3 Ottobre 2025
in I grandi eventi, Primo piano, Storie di fede e Riflessioni

Saluto a don Roberto e don Agostino.

BAMBINO
Ho fatto un gioco una volta, mi sono nascosto sul gradone più alto degli spalti, e guardavo gli altri bambini correre di sotto. Per ognuno cercavo di indovinarne il nome: Marco, Giulia, Luchino, Matteo, Marti. Speravo tanto si girassero! Se avessi saputo il loro nome avrei potuto chiedergli di giocare insieme. Ed ecco all’improvviso schiocca come un bacio lieve il mio nome: è un saluto
ridacchiato, un pizzicotto fin troppo affettuoso, un invito a tirare la palla, a dire la mia davanti a tutti, anche tra i grandi. E se quel: “Eccola l’Ottavia!” dischiude anche solo un sorriso, questa è un po’ anche la mia casa.
ADOLESCENTE
Da adolescente corro sempre da una parte all’altra: scuola, calcio, giri a zonzo per il paese e naturalmente non può mancare l’oratorio. Il tempo per conoscermi è sempre poco, il futuro è troppo incerto per capirci qualcosa. Eppure, l’incontro ado della domenica sera è un appuntamento fisso. Mi liberava la mente ma al tempo stesso me la riempie di pensieri. Sto crescendo e il desiderio di uscire, essere grande, a volte mi fa avere un rapporto altalenante con l’oratorio, un po’ mi ci trovato mentre altre volte sento la necessità di allontanarmi. Qualcuno però continua a prendersi cura di me, mi dà fiducia e crede in talenti che nemmeno so di avere.
GIOVANE
Alcuni anni fa ho scoperto di essere brava a relazionarmi con gli adolescenti. È una responsabilità enorme, forse più grande di me, eppure ho la possibilità di sbagliare senza sentirmi giudicata e l’aiuto non manca. Una sorta di passaggio di testimone insomma. Carlotta, invece, tiene aperto il bar in settimana, Daniele accompagna un gruppo di ragazzi nel percorso di catechesi. Ciascuno, se lo desidera, ha la possibilità di offrire agli altri nella misura più affine a lui.
ADOLESCENTE
La porta dell’oratorio è sempre aperta per me, per noi “pellegrini di vita”, un posto dove trovare un sorriso amico, una casa che accoglie, dove intelligenza, riflessione, convivialità e divertimento hanno trovato il loro equilibrio grazie a una guida solida, che crede nelle potenzialità di giovani e adolescenti.
GIOVANE
E ho capito che dare e ricevere non sono due facce della stessa medaglia ma un connubio sinfonico fondamentale per la propria vita. L’oratorio è un campo di prova: c’è un tempo per ricevere e un tempo per dare, momenti in cui ci si mette alla prova e altri in cui si è faro.
ADULTO
Nel caos di ogni giornata, sballottato fra il lavoro e la famiglia, mettermi al servizio degli altri mi aiuta a ritrovare me stesso: che sia in cucina, come catechista o nel coretto, condividere le mie capacità ma anche scoprire che si può continuare ad imparare, mi fa capire che si cresce insieme anche “da grandi”. Mi metto in gioco per fare quello di cui c’è bisogno e per dare senso al mio tempo. Qui trovo il piacere del dialogo, stimoli di riflessione nella mia coppia, esempi e valori da vivere in famiglia. Nelle occasioni di incontro ho potuto conoscere esperienze simili alle mie, ritrovarmi come individuo parte di una comunità e scoprire che solo dalla collaborazione nascono cose belle.
VOLONTARIO ADULTO
Per chi di anni ne ha vissuti tanti, a Dalmine c’è un luogo, a pochi passi dal centro, dove questa cura è ancora più grande, e raggiunge chi davvero non può più vivere da solo, e nonostante questo rimane una presenza preziosa per tutti. A loro non manca mai una visita, una parola di incoraggiamento, una preghiera. A proposito di tempo: un’idea nata da poco è la Banca del tempo.
Qualche volontario trova, in mezzo a giornate fin troppo piene di impegni, quel poco che basta per arricchire il tempo vuoto di chi è solo, nelle proprie case, e cerca soprattutto qualcuno con cui trascorrerlo. È un tempo buono, di condivisione e di fiducia che apre.
ANZIANO
Ho passato tanto tempo, nella mia lunga vita. Tempo di lavoro, tempo di relazioni, di progetti, di fatiche e di gioie. Oggi posso ancora mettere a disposizione il mio tempo nella mia comunità, in chiesa, nell’oratorio, in diverse attività di servizio, perché li, di posto ce n’è anche per me. Uno spazio, un tempo e degli incontri in cui portare la mia esperienza, quello che ho imparato, e aiutare gli altri a fare il proprio cammino. Ma anche un’occasione dove accogliere l’affetto di chi è più giovane, lasciando che siano gli altri a prendersi cura di me. Non passo inosservato, le altre persone sono interessate a come va la mia salute, di come stanno i miei cari, di come vedo i fatti del mondo.
FINE
Grazie don perché siete stati parte di tutto questo, seminando ma anche custodendo ciò che già c’era, riportandoci sulla strada giusta quando è stato necessario, dando fiducia senza paura di osare,
riflettendo insieme ma anche divertendoci tanto. Tutte le parole che abbiamo detto, i ricordi e i racconti, testimoniano ciò che sono stati questi anni vissuti con voi: COMUNIONE! L’augurio per voi è che anche la prossima avventura sia ricca di sport, bellezza, oratorio, fede e relazioni.
Buon cammino!
La comunità di San Giuseppe.

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Pubblicato il
19 Settembre 2025
in Storie di fede e Riflessioni

A mo’ di saluto

Questo ultimo messaggio comunitario non avrei mai voluto scriverlo. Ogni domenica ho cercato di esprimere qualche pensiero per offrire spunti di riflessione come nutrimento per i nostri cammini umani e cristiani.

Ora si conclude questa piccola rubrica che spero vivamente sia servita a ciascuno di voi. A me scrivere serve per riflettere e per mettere a fuoco  aspetti salienti della vita umana e cristiana. Devo anche dire sinceramente che mi diverte molto scrivere la paginetta con il pensiero della domenica. In occasione di questo ultimo pensiero vi lascio tre parole.

 

Grazie. Quattordici anni fa sono arrivato in punta di piedi e non senza paure per la mia inadeguatezza. Ma qui ho trovato una marea di persone che hanno costantemente manifestato la propria vicinanza e collaborazione. Mi sono più volte lasciato affascinare dall’esempio di tante persone e mi hanno edificato l’umanità e la fede di uomini e donne che, non necessariamente legandosi a me, mi hanno testimoniato la bellezza del vivere. Grazie perché ciò che ho vissuto a Dalmine mi ha aiutato a maturare come uomo e come prete.

Scusate. È la seconda parola. Soprattutto chiedo perdono se per qualcuno sono stato d’inciampo o peggio ancora una contro-testimonianza. Sono sempre stato cosciente delle mie qualità e ancor più dei miei limiti. A causa dei miei difetti so che qualcuno anziché avvicinarsi si è allontanato. Ogni giorno ho chiesto al Signore di aver pietà di me.

Arrivederci. È la terza parola, parola che configura la prospettiva del futuro. In due sensi. Prima di tutto perché sarà sempre bello rivedersi, qui o là. Bello perché nella libertà e senza morbosità potremo continuare a condividere i nostri cammini di crescita. Secondo perché comunque tutti ci incontreremo, nella Patria che tutti ci attende, quando la promessa del Signore si realizzerà.

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Pubblicato il
14 Settembre 2025
in Comunicazioni dalla Segreteria dell'Oratorio, Primo piano, Proposte per tutti

Benvenuto don Fabio

Sabato 27 settembre

Accoglienza di don Fabio

17.00 Viale Locatelli Arrivo di don Fabio e accoglienza dei ragazzi della catechesi, adolescenti e Società Sportiva
17.10 Casa di Accoglienza San Giuseppe Saluto agli ospiti
17.30 Oratorio Accoglienza della comunità e corteo a San Giorgio e Chiesa Parrocchiale Saluti dei Bambini della scuola dell’infanzia, del Sindaco e del Consiglio Pastorale
18.00 S. Messa di inizio ministero di don Fabio
Al termine della celebrazione, in oratorio rinfresco per tutta la comunità e i parrocchiani di Città Alta
20.30 Musical Forza Sperate Gente

Pubblicato il
14 Settembre 2025
in Comunicazioni dalla Segreteria dell'Oratorio, Primo piano, Proposte per tutti

Grazie don Roberto e don Agostino

Domenica 21 settembre

Saluto a don Roberto e don Agostino

10.30 S. Messa di ringraziamento
12.30 Pranzo conviviale (per chi ha prenotato)
14.30 Torta per tutti
15.00 Saluto comunitario

 

Domenica 5 ottobre

ingresso di don Roberto e don Agostino a Sarnico

9.30 Accoglienza di don Roberto e don Agostino a Sarnico
10.30 S. Messa con il rito d’ingresso
12.30 Pranzo (200 posti disponibili – Iscrizioni aperte
da martedì 16/9 fino ad esaurimento posti e/o entro il 26/9)

Pubblicato il
12 Settembre 2025
in Storie di fede e Riflessioni

L’esito di un esame e la Lectio divina

Noi non possiamo pensare che l’anima è il corpo siano separabili come se fossero due realtà a sé stanti.

Questo lo pensavano i filosofi come Platone per esempio che diceva che l’anima è immortale e il corpo è solo uno strumento per contenere temporaneamente lo spirito. La dualità tra anima e corpo è sempre stato un tema dibattuto in ogni disciplina.

Avere a cuore il corpo significa star bene nello spirito e, forse, viceversa.

Mi ha molto colpito a questo proposito, il passaggio di un articolo di un acuto sacerdote che afferma: Fare le analisi previe ad un’operazione in ospedale ha una dimensione spirituale, oggi quasi più che un’ora di Lectio divina. Perché occuparsi del corpo ti obbliga a pensare.

Questa riflessione mette in evidenza il realismo con cui possiamo valutare il rapporto tra corpo e anima senza scadere nella dicotomia per cui il corpo va da una parte e l’anima dall’altra.

La logica dell’incarnazione di Dio è il riferimento più illuminante per considerare con armonia e rispetto ogni affermazione.

Una buona sintesi mi pare quella realizza San Paolo nella prima Lettera ai Tessalonicesi, San Paolo dice: “Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo”.

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Pubblicato il
6 Settembre 2025
in Storie di fede e Riflessioni

Quando le ferite diventano feritoie

Quando Ulisse ritorna, sotto le spoglie di un mendicante, nella sua isola di Itaca nessuno lo riconosce. Nemmeno la moglie Penelope e tantomeno il figlio Telemaco.

Ulisse entra nel palazzo, Penelope gli fa delle domande sulla guerra di Troia e poi, dice ad Euriclea, la nutrice fedele di Ulisse: prenditi cura di lui e poi congedalo.

L’anziana balia lo riconosce mentre si prende cura di lui e gli lava i piedi. Lo riconosce per una cicatrice che Ulisse aveva sulla gamba e che si era procurato da giovane in una battuta di caccia.

Dalla cicatrice riconosce il suo re.

Scrivo questa nota durante un tranquillo pomeriggio di una domenica di luglio. Nel Vangelo di questa domenica abbiamo ascoltato la celebre parabola del buon Samaritano. Proprio pensando al malcapitato lasciato mezzo morto sulla strada ho pensato alla cicatrice di Ulisse. Come la cicatrice è il segno di riconoscimento del re così i segni delle percosse sulla strada da Gerusalemme a Gerico, sono il riflesso del divino. O meglio attraverso la cura verso il malcapitato il Samaritano coglie la presenza di Dio.

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Pubblicato il
30 Agosto 2025
in Storie di fede e Riflessioni

I sette nani

Prova a dire i nomi dei sette nani. Un comico simpatico racconta che con frequenza chiede al pubblico di elencare i nomi dei sette nani e quasi sempre la gente arriva fino a sei e normalmente dimentica sempre quello: Gongolo.

La favola di Biancaneve dei fratelli Grimm è forse la più famosa e simpatica di tutte le favole. Mi soffermo sui nomi dei sette nani che l’autore ha dato loro perché sono veramente curiosi, soprattutto per l’etimologia inglese.

Tutti i nomi, tranne uno, descrivono un difetto.

Il significato del nome Mammolo (Bashful) richiama un bambino che non riesce a fare a meno della mamma, un mammone che non riesce a fare nulla senza il consenso della mamma. Mammolo è il nano più timido che arrossisce e si imbarazza subito.

Brontolo (Grumpy) è il nano scorbutico a cui non va mai bene nulla e protesta sempre lamentandosi di tutto e di tutti, risponde male e non sorride mai.

Eolo (Sneezy) richiama il vento ed il suo significato è “starnuto”, quando starnutisce per la sua allergia spazza via tutto.

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Pubblicato il
22 Agosto 2025
in Storie di fede e Riflessioni

Homeless Jesus

Mi trovavo a Fatima qualche settimana fa.

Prima di addormentarmi pensai: se questa notte mi sveglio mi alzerò e andrò nella cappella delle apparizioni e pregherò il rosario.

Ogni promessa è un debito. Soprattutto con il Signore.

Alle 2 di notte, mentre, con gli occhi stretti, camminavo verso la cappella mi cade l’occhio su una panchina sulla quale è steso un uomo, avvolto in una coperta che dorme. Chissà che freddo starà patendo, penso. Poi arrivo davanti alla Madonna e prego il rosario. Ad ogni ave Maria penso al volto di qualcuno e prego per chi ha più bisogno di pace e di serenità.

Verso le due arrivano alcuni guardiani notturni. Rientro in albergo e in lontananza getto l’occhio alla panchina. È ancora là e non si è mosso per niente.

Ritorno a dormire e un quarto d’ora prima delle 8 ritorno alla cappella per la Messa. Rivedo la panchina e finalmente capisco il motivo per cui l’uomo che dormiva non si è spostato di una virgola. Mi avvicino e noto con sorpresa che è una statua in bronzo. Guardo bene e scopro che l’uomo, completamente avvolto in una coperta è irriconoscibile. Ma mi sbaglio. C’è un particolare che lo rende esplicitamente riconoscibile. Osservo i piedi e vedo le stigmate. Mi si apre un mondo: quell’uomo, nel recinto sacro della spianata del Santuario è Gesù. Il messaggio è inequivocabile: il Signore si identifica con i poveri.

D’altronde Gesù l’aveva detto: i poveri li avrete sempre con voi. Ma aveva anche detto: io sarò con voi tutti i giorni, per sempre, fino alla consumazione dei tempi. Queste due prospettive convergono verso la stessa realtà:

 

Gesù è con noi per sempre negli ultimi, nei poveri. La statua è stata descritta come una “traduzione visiva” del passaggio del Vangelo di Matteo in cui Gesù dice ai suoi discepoli: “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

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Pubblicato il
16 Agosto 2025
in Storie di fede e Riflessioni

Non essere imbecille

In un libro bellissimo, intitolato “Etica per un figlio”, un papà scrive una lunga lettera a suo figlio che sta per diventare maggiorenne. Gli rivolge questo augurio: Lo sai qual è l’unico dovere che abbiamo nella vita? Quello di non essere imbecilli. Ma non ti credere, la parola «imbecille» è più sostanziosa di quello che sembra. Viene dal latino baculus, che significa «bastone», e l’imbecille è chi ha bisogno di un appoggio, del bastone per camminare. (…)

Poi l’autore prosegue con un lungo elenco di situazioni in cui le persone possono rivelarsi imbecilli, bisognose di un bastone.

Imbecille è colui che crede di non volere nulla, dice che tutto gli è indifferente, e non fa altro che sbadigliare o dormicchiare anche se tiene gli occhi aperti e non russa. Colui che crede di volere tutto, la prima cosa che gli capita davanti e il suo contrario: andare via e restare, ballare e rimanere seduto, tutto in una volta. Colui che imita i desideri di chi gli sta vicino oppure sostiene il contrario «perché sì», e tutto quello che fa è dettato dall’opinione della maggioranza tra quelli che lo circondano: è conformista senza averci riflettuto o ribelle senza motivo.

Colui che vuole con forza, è aggressivo, non si ferma davanti a niente, ma sbaglia nel giudicare la realtà, si lascia depistare completamente e finisce per scambiare per benessere ciò che lo distrugge.

Ciascuno di questi esempi di imbecillità ha bisogno di un bastone, ossia di appoggiarsi a qualcosa d’altro, qualcosa di esterno che non ha nulla a che vedere con la libertà.

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Pubblicato il
9 Agosto 2025
in Storie di fede e Riflessioni

L’uomo che passeggiava nella Bibbia

Lo scorso anno, nel mese di aprile, è morto don Giacomo Facchinetti. Era un sacerdote molto conosciuto a Bergamo perché ha insegnato per ben 47 anni nel seminario della diocesi ed ha visitato molte parrocchie, tra cui la nostra, per conferenze o corsi biblici.

Quando ero studente in teologia lo ricordo come un insegnante eccellente, con una cultura ampia e profonda e una conoscenza biblica ineccepibile. Quando entrava in classe, seduto in cattedra iniziava sempre con il racconto di una barzelletta, magari anche bella saporita, e poi iniziava la lezione. Ci sorprendeva il fatto che tra le mani aveva solo il libro della Bibbia, senza nessuna dispensa, senza commentari. Sapeva tutto a memoria e ascoltarlo era sempre un piacere.

David Maria Turoldo lo amava descrivere come l’uomo che “passeggiava nella Bibbia”. Famosa era la sua battuta: Il primo principio ermeneutico per una buona lettura della Sacra Scrittura è girare le pagine. Intendeva ironicamente dire che la Bibbia prima di tutto bisogna prenderla in mano e girare le pagine per leggerla. Poi qualcosa succede sempre perché tra quelle pagine c’è la Parola del Signore. E Lui parla. D’altronde se non la si legge mai è impossibile ascoltare la Voce divina.

Don Giacomo è stato un grande uomo, semplice e umile. Quando capitava che qualcuno si complimentasse per la sua bravura soleva dire: sono più le cose che non capisco di quelle che capisco: alcuni di voi mi ritengono più intelligente di quanto io non sia. Quando gli si facevano domande difficili sommessamente rispondeva: non so, non capisco, faccio fatica…

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Pubblicato il
4 Agosto 2025
in Il Gruppo Sportivo, Primo piano

Open day settembre calcio OSG

Primi calci e scuola calcio lunedì e mercoledì 15-17-22-24 settembre 2025 ore 16.30-18.30

Pulcini  lunedì e mercoledì e giovedì 1-3-4-8-10-11 settembre 2025 ore 17.45-19.30

Esordienti martedì e giovedì 2-4-9-11 settembre 2025 ore 18.30-20.30

Giovanissimi mercoledì e venerdì 3-5-10-12 settembre 2025 ore 18.00-20.00

Open day è sul campo dell’oratorio San Giuseppe ingresso via Verdi.